L'evoluzione dell'architettura marocchina rappresenta un affascinante dialogo tra passato e presente, dove tradizioni secolari incontrano influenze moderne per creare un linguaggio architettonico unico.
L'influenza francese e l'Art Déco
Il periodo del protettorato francese (1912-1956) ha lasciato un'impronta indelebile sull'architettura del marocco. A Casablanca, il quartiere Habous, costruito negli anni '30, rappresenta un tentativo di fondere l'urbanistica francese con l'estetica tradizionale marocchina. Ancora più significativa è stata l'introduzione dello stile Art Déco, visibile nel quartiere del Parco Lyautey dove edifici come l'Hotel Excelsior e il Cinema Rialto mostrano una sintesi perfetta tra decorazioni geometriche tipicamente déco e motivi ornamentali islamici.
L'architetto francese Henri Prost, incaricato di progettare il piano urbanistico di Rabat, creò un innovativo sistema di zoning che separava la medina tradizionale dalla città europea. Questo approccio, tuttavia, non impose modelli occidentali, ma cercò un dialogo rispettoso con le tradizioni locali.
Musei contemporanei e design urbano
Negli ultimi decenni, il panorama dell'architettura tipica del marocco si è arricchito di strutture museali contemporanee che reinterpretano il patrimonio culturale. Il Museo Yves Saint Laurent di Marrakech, progettato dallo Studio KO, utilizza mattoni, terrazzo e marmo per creare forme che evocano i tessuti del celebre stilista, mentre la facciata in mattoni ricorda la trama dell'ordito di un tessuto.
Inoltre, il rinnovamento urbano di Rabat ha portato alla creazione del Grand Théâtre, un'opera avveniristica firmata dall'architetta Zaha Hadid che si ispira alle forme organiche dei paesaggi marocchini, dialogando con l'ambiente circostante attraverso l'uso della luce naturale e spazi fluidi.
Come l'architettura evolve senza perdere l'anima
La nuova generazione di architetti marocchini, formatisi in parte all'estero, sta creando un'identità contemporanea che mantiene un sottile ma solido legame con la tradizione. L'architetto Driss Kettani, ad esempio, nel suo design per la Scuola di Tecnologia di Guelmim, ha reinterpretato elementi dell'architettura tradizionale come i cortili interni e le facciate schermate, adattandoli alle necessità di un edificio educativo moderno.
Il segreto di questa evoluzione risiede nell'attenzione ai principi fondamentali dell'architettura marocchina tradizionale – come la privacy, la gestione della luce e la connessione con l'ambiente – piuttosto che nella mera riproduzione di forme decorative. Così, pur abbracciando tecnologie costruttive contemporanee, l'architettura marocchina mantiene la sua anima autentica, dimostrando come tradizione e innovazione possano coesistere armoniosamente.