Ait Ben Haddou: Da Antica Kasbah a Set Cinematografico

Ait Ben Haddou, riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità UNESCO dal 1987, è un antico villaggio fortificato del XVII secolo che ha conquistato fama mondiale grazie alla sua straordinaria presenza in film iconici come "Il Gladiatore" e serie televisive come "Game of Thrones". Situato a circa 30 chilometri da Ouarzazate e 180 chilometri da Marrakech, questo affascinante ksar ha guadagnato il soprannome di "Hollywood del Marocco" mentre continua a preservare la sua autentica storia berbera.

La kasbah Ait Ben Haddou rappresenta un eccezionale esempio di architettura pre-sahariana, caratterizzata da edifici in mattoni di fango, legno di palma e pigmenti naturali progettati per resistere al clima desertico. Infatti, questa straordinaria fortezza di 1300 metri quadrati era un punto di sosta vitale lungo l'antica rotta commerciale trans-sahariana che collegava Marrakech al deserto. Oggi, tra le sue mura antiche vivono ancora solo cinque-dieci famiglie, custodi di un patrimonio culturale inestimabile.

Questo articolo esplorerà il viaggio di Ait Ben Haddou attraverso i secoli: dalle sue origini berbere al suo ruolo strategico commerciale, dall'architettura unica fino alla sua trasformazione in set cinematografico. Inoltre, fornirà preziosi consigli per chi desidera visitare questo gioiello marocchino e vivere esperienze autentiche con la comunità locale che ancora abita questo straordinario villaggio.

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Indice dei contenuti:

Ait Ben Haddou: un viaggio nella storia

Il fascino millenario della kasbah di Ait Ben Hadou affonda le radici in un passato ricco di storia e tradizioni. Situata ai piedi dell'Alto Atlante nella provincia di Ouarzazate, questa fortezza in terra battuta rappresenta uno dei più straordinari esempi di architettura berbera del Marocco meridionale.


Origini berbere e fondazione del ksar


Le origini di Ait Ben Hadou risalgono almeno all'XI secolo, durante il periodo della dinastia Almoravide. Nonostante questa datazione antica, la maggior parte delle strutture visibili oggi furono costruite nel XVII secolo, testimoniando l'evoluzione architettonica della regione attraverso i secoli.


Il termine "ksar" (plurale "ksour"), di origine araba, indica un villaggio fortificato tipico del Nord Africa. In lingua tamazight, l'idioma berbero, viene invece chiamato "igrhem". I berberi, popolo indigeno del Nord Africa, si stabilirono nella Valle dell'Ounila creando insediamenti fortificati per proteggersi dagli attacchi di altre tribù e dal saccheggio delle loro provviste alimentari e beni preziosi.


La tradizione orale narra che la ceramica fosse un'attività fiorente nella zona, tanto che ancora oggi gli anziani del ksar si riferiscono al sito come Ighrem n'Iqddarn, che significa "villaggio dei vasai". Secondo altre leggende, un uomo di nome Aïssa, proveniente dal deserto, fondò qui il primo villaggio, tanto che per molto tempo il ksar fu conosciuto come Ighrem n' Aït Aïssa. Successivamente, un nuovo leader, Amghar Ben Haddou, impose l'uso del suo cognome all'intera tribù.


Ruolo strategico lungo le rotte carovaniere


L'importanza strategica di Ait Ben Hadou è strettamente legata alla sua posizione nella Valle dell'Ounila, lungo una delle principali rotte commerciali trans-sahariane. Questa località rappresentava un collegamento cruciale tra il Sahara e Marrakech, facilitando lo scambio non solo di merci ma anche di culture attraverso il deserto.


Il passo Tizi n'Tichka, raggiungibile tramite questa rotta, era uno dei pochi percorsi attraverso le montagne dell'Atlante che collegava Marrakech alla Valle del Dra'a, ai margini del Sahara. Le carovane di cammelli partivano da Timbuktu (Mali) cariche di spezie, oro, schiavi e vari beni da scambiare con il sale, così abbondante nella regione che veniva utilizzato come moneta.
Il ksar divenne quindi un importante centro commerciale dove mercanti e carovane trovavano cibo, acqua e riparo. Questa posizione privilegiata trasformò Ait Ben Hadou in un crocevia di culture e ricchezze, attirando "gli umili, i potenti e i saggi", come recita un antico detto locale.


Le sue imponenti mura di fango e le torri difensive testimoniano ancora oggi l'ingegnosità dei suoi antichi abitanti nell'adattarsi all'ambiente circostante, creando un insediamento capace di resistere tanto alle intemperie quanto agli assalti dei nemici.

 

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L'architettura unica della kasbah di Ait Ben Haddou

Lo splendore architettonico della kasbah di Ait Ben Haddou rappresenta un magnifico esempio dell'ingegnosa architettura marocchina del sud, perfettamente adattata alle severe condizioni climatiche della regione pre-sahariana.


Materiali e tecniche di costruzione tradizionali


Gli edifici di Ait Ben Haddou sono realizzati interamente con materiali locali e organici: terra battuta (pisé), adobe, mattoni di argilla e legno. Questa tecnica millenaria prevede la mescolanza della terra con acqua e materiali organici come la paglia, che aumenta la resistenza del composto. I costruttori specializzati, chiamati maâlems, preparano l'impasto, lo stendono in stampi e lo lasciano essiccare al sole prima di utilizzarlo come mattoni legati con argilla.


L'assenza di foreste nella regione ha portato all'uso creativo dei materiali disponibili: l'argilla del fiume Ounila conferisce alle pareti il caratteristico tono rossastro, mentre il legno di palma viene utilizzato per le travi del soffitto. Nonostante questa economia di mezzi, gli abitanti non hanno trascurato l'estetica: le parti superiori delle torri residenziali sono decorate con motivi geometrici che, secondo l'antica tradizione, allontanerebbero il male.


Le torri angolari e il granaio fortificato


Le imponenti torri angolari rafforzano le mura difensive del ksar, creando un profilo distintivo che domina la valle. Alcune abitazioni assumono forme di vere e proprie torri residenziali, chiamate tighremt, con elaborate decorazioni nella parte superiore. Queste strutture sono state ingegnosamente costruite utilizzando terra battuta per i piani inferiori e mattoni di fango più leggeri per i piani superiori, riducendo così il carico sulle fondamenta.


Sulla collina che sovrasta il villaggio si trova l'agadir, un granaio fortificato collettivo, oggi purtroppo ridotto a rovina. La disposizione degli edifici attorno a questo granaio centrale è tipica della regione ed era concepita per proteggere le preziose scorte alimentari in caso di attacchi.


La vita quotidiana all'interno delle mura


Le strette viuzze che si inerpicano sulla collina mantengono la frescura estiva restando in ombra per gran parte della giornata e, nei tempi antichi, erano più facili da difendere rispetto alle strade larghe. Gli ambienti tradizionali sono disposti attorno a cortili interni, con stalle e magazzini al primo piano e spazi abitativi ai piani superiori.


Le spesse pareti e le piccole finestre degli edifici sono progettate per mantenere gli interni freschi d'estate e caldi d'inverno, dimostrando la perfetta adattabilità di questa architettura al clima locale. Occasionalmente, sono presenti fessure di ventilazione che sfruttano l'effetto camino per raffrescare gli spazi abitativi durante l'estate.


Oggi solo poche famiglie vivono ancora all'interno della kasbah antica, mantenendo uno stile di vita tradizionale strettamente legato al patrimonio del ksar e dedicandosi all'artigianato locale e alle attività legate al turismo.

 

Dal commercio al cinema: la trasformazione di Ait Ben Haddou

Dalle rotte commerciali trans-sahariane ai riflettori di Hollywood, la kasbah di Ait Ben Haddou ha vissuto una trasformazione straordinaria che l'ha resa uno dei set cinematografici più iconici al mondo.


I primi film girati nella kasbah


L'avventura cinematografica di Ait Ben Haddou ebbe inizio già negli anni '60, quando Hollywood scoprì il potenziale scenografico di queste antiche mura di argilla. Il primo film importante girato qui fu "Sodoma e Gomorra" nel 1963, seguito da "L'uomo che volle farsi re" nel 1975. Inoltre, produzioni religiose come "Il Messaggio" del 1976 e "Gesù di Nazareth" del 1977 trovarono in questa kasbah l'ambientazione ideale per ricreare scenari biblici.


Gli anni '80 e '90 videro un crescente interesse per questo scenario unico. Film come "Il gioiello del Nilo" (1985), "Kundun" (1997) e "La Mummia" (1999) contribuirono a far conoscere Ait Ben Haddou al grande pubblico. Tuttavia, la vera consacrazione cinematografica arrivò nel 2000 con "Il Gladiatore" di Ridley Scott, che sfruttò l'architettura in terra battuta e i paesaggi deserti circostanti come sfondo per alcune delle sue scene più memorabili.


Come il cinema ha salvato e trasformato il villaggio


Nel 1987, lo stesso anno in cui Ait Ben Haddou venne dichiarato Patrimonio dell'Umanità UNESCO, fu girato qui "007 - Zona pericolo". Questa coincidenza non è casuale: infatti, l'interesse cinematografico ha contribuito significativamente ai restauri moderni della kasbah. Nonostante il villaggio sia oggi scarsamente abitato, viene mantenuto in ottime condizioni grazie all'influenza della cinematografia occidentale e al continuo desiderio di Hollywood di utilizzare scenari autentici.


Il cinema ha riportato vita economica ad Ait Ben Haddou. Nel 2014, i progetti cinematografici stranieri hanno speso ben 114,51 milioni di euro in Marocco, rispetto ai 21,95 milioni dell'anno precedente. La vicinanza con gli studi cinematografici di Ouarzazate, considerati i più grandi del mondo, ha reso questa località ancora più appetibile per le produzioni internazionali.


Recentemente, la serie "Game of Thrones" ha portato nuova fama alla kasbah, utilizzata come set per la città fittizia di Yunkai. Nonostante questo, gli abitanti locali aspirano a valorizzare maggiormente il loro patrimonio cinematografico per attrarre un turismo più consapevole e meno effimero, andando oltre il semplice selfie per i social media.

 

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Visitare oggi Ait Ben Haddou: cosa aspettarsi

Esplorare la magica kasbah di Ait Ben Haddou rappresenta un'esperienza indimenticabile, capace di trasportare i visitatori in un'altra epoca mentre camminano tra le sue antiche vie.


Attraversare il fiume Ounila


Per raggiungere il ksar, i visitatori devono prima attraversare il fiume Ounila, un passaggio che è esso stesso parte dell'avventura. Esistono due opzioni principali: il ponte moderno costruito nel 2011 sul lato occidentale, per il quale viene richiesto un piccolo contributo, oppure l'attraversamento tradizionale tramite pietre di guado posizionate nel letto del fiume. Durante la stagione secca, il fiume è praticamente asciutto, rendendo l'attraversamento semplice. Tuttavia, quando l'acqua scorre, i bambini locali offrono assistenza ai turisti per attraversare in sicurezza le pietre, un servizio per il quale chiedono una piccola mancia.


I migliori momenti della giornata per la visita


La primavera (marzo-maggio) e l'autunno (settembre-novembre) rappresentano i periodi ideali per visitare Ait Ben Haddou, quando il clima è mite e confortevole. L'estate può essere estremamente calda, mentre l'inverno porta temperature più fresche e occasionali piogge.


Per quanto riguarda l'orario, l'alba e il tramonto offrono la luce più suggestiva per fotografare la kasbah. Molti fotografi preferiscono l'alba, quando la fortezza è illuminata da una calda luce dorata e i turisti sono ancora pochi. Infatti, arrivare presto, intorno alle 9:00, consente di esplorare il villaggio prima dell'arrivo dei gruppi turistici. Analogamente, visitare il ksar nel tardo pomeriggio permette di godere della bellezza del luogo quando la maggior parte dei visitatori giornalieri è già partita.


Esperienze autentiche con la comunità locale


Nonostante il ksar sia oggi principalmente dedicato al turismo, l'ingresso è gratuito e aperto tutto l'anno. Tuttavia, per un'esperienza più ricca, è consigliabile affidarsi a guide locali certificate dalla cooperativa turistica Ighrem N'Iqendaren, fondata nel 2020 per strutturare le attività turistiche del villaggio.


All'interno delle mura si trovano piccoli musei tematici che offrono uno sguardo sulla cultura locale: la Casa dell'Oralità presenta l'arte e l'artigianato amazigh, mentre la Casa del Cinema racconta la storia cinematografica di Ait Ben Haddou. Per un'esperienza davvero immersiva, considerare un pernottamento in uno dei pochi alloggi all'interno del ksar antico, come La Kasbah El Hajja, che offre un'opportunità unica di vivere la fortezza dopo la partenza dei turisti giornalieri.

 

Un ponte tra passato e presente

Ait Ben Haddou rappresenta, senza dubbio, uno dei più straordinari esempi di come un luogo possa attraversare i secoli mantenendo intatta la propria essenza. Questa fortezza millenaria ha saputo reinventarsi, passando da cruciale snodo commerciale a set cinematografico internazionale, senza mai perdere la propria autenticità.


La storia di questa kasbah testimonia, infatti, l'incredibile capacità dei berberi di adattarsi e prosperare in un ambiente tanto ostile quanto affascinante. Le tecniche costruttive tradizionali, tramandate di generazione in generazione, hanno creato un'architettura perfettamente in armonia con l'ambiente circostante, tanto da resistere alle sfide del tempo e del clima.


Certamente, la fama cinematografica ha donato nuova vita a questo antico villaggio, attirando visitatori da ogni parte del mondo. Tuttavia, ciò che rende davvero speciale Ait Ben Haddou non sono solo i film girati tra le sue mura, bensì l'atmosfera quasi sospesa nel tempo che si respira percorrendo le sue stradine tortuose.


Visitare questa kasbah offre quindi molto più di un semplice viaggio fotografico. Significa immergersi in un patrimonio culturale vivo, dove le poche famiglie ancora residenti mantengono vive tradizioni secolari. Prima di partire, vale la pena fermarsi ad osservare il tramonto dalla cima della collina – un momento magico in cui la luce dorata trasforma le antiche mura di argilla in un quadro di incomparabile bellezza.


Al termine di questa esplorazione, si comprende appieno perché Ait Ben Haddou abbia conquistato tanto i registi di Hollywood quanto l'UNESCO. Questo luogo straordinario continua a raccontare la propria storia, capitolo dopo capitolo, collegando passato e presente in un dialogo senza tempo tra culture, tradizioni e nuove forme di espressione artistica.

 

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FAQs

Q1. Dove si trova Ait Ben Haddou e perché è famoso? Ait Ben Haddou è un antico villaggio fortificato situato a circa 30 km da Ouarzazate e 180 km da Marrakech, in Marocco. È famoso per la sua straordinaria architettura berbera in terra battuta e per essere stato utilizzato come set per numerosi film e serie TV di fama mondiale.


Q2. Qual è il periodo migliore per visitare Ait Ben Haddou? I periodi migliori per visitare Ait Ben Haddou sono la primavera (marzo-maggio) e l'autunno (settembre-novembre), quando il clima è mite. Per quanto riguarda l'orario, l'alba e il tramonto offrono la luce più suggestiva per fotografare la kasbah e godere di un'atmosfera più tranquilla.


Q3. Come ha influito il cinema sulla conservazione di Ait Ben Haddou? Il cinema ha giocato un ruolo fondamentale nella conservazione di Ait Ben Haddou. L'interesse delle produzioni cinematografiche ha contribuito significativamente ai restauri moderni della kasbah e ha portato nuova vita economica al villaggio, permettendo di mantenere in buone condizioni questo sito Patrimonio dell'Umanità UNESCO.


Q4. Quali sono le caratteristiche architettoniche uniche di Ait Ben Haddou? Ait Ben Haddou si distingue per la sua architettura in terra battuta, con edifici costruiti utilizzando materiali locali come argilla, paglia e legno di palma. Le sue caratteristiche includono imponenti torri angolari, decorazioni geometriche sulle parti superiori delle abitazioni e un sistema di costruzione ingegnoso adattato al clima desertico.


Q5. Cosa possono aspettarsi i visitatori durante un tour di Ait Ben Haddou? I visitatori possono aspettarsi di esplorare le antiche strade del ksar, visitare piccoli musei tematici sulla cultura locale e la storia cinematografica del luogo, e godere di panorami mozzafiato sulla valle circostante. È possibile anche sperimentare l'attraversamento tradizionale del fiume Ounila e interagire con la comunità locale per un'esperienza più autentica.