Volubilis Marocco: Il Tesoro Romano del Marocco

Volubilis Marocco rappresenta il più importante e meglio conservato sito archeologico romano di tutto il Marocco, estendendosi su un'area impressionante di 44 ettari. Fondata dai Cartaginesi nel III secolo a.C., questa magnifica città divenne parte dell'Impero Romano nel 42 d.C. e raggiunse il suo massimo splendore con una popolazione di oltre 20.000 abitanti.


Il sito archeologico Volubilis Marocco, dichiarato Patrimonio dell'Umanità UNESCO nel 1997, si trova a 33 chilometri a nord di Meknès, in una fertile valle agricola ai piedi della montagna Zerhoun. Infatti, la città era un importante centro di produzione di olio d'oliva, come testimoniano i numerosi torchi rinvenuti tra le rovine. Durante la nostra esplorazione, potremo ammirare strutture significative come la Basilica, il Campidoglio e il maestoso Arco di Caracalla, eretto nel 217 d.C., oltre ai meravigliosi mosaici ben conservati, tra cui i famosi "Le Fatiche di Ercole" e "Il Bagno di Diana".


Ciò che rende questo luogo veramente affascinante è la sua straordinaria capacità di raccontare una storia che attraversa i secoli. Nonostante sia stata abbandonata dai Romani intorno al 284-285 d.C., Volubilis continuò ad essere abitata fino al XVIII secolo, fungendo persino da capitale della dinastia Idrisside per un periodo. Situato strategicamente a metà strada tra Rabat e Fès, questo gioiello archeologico offre un'incredibile fusione di stili architettonici romani e locali, testimonianza degli scambi culturali tra le civiltà mediterranee, africane e arabo-islamiche.

 

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Indice dei contenuti:

Le origini e la storia di Volubilis

Dall'età neolitica alla fondazione punica


La storia di Volubilis affonda le sue radici in un passato remoto. Gli scavi archeologici hanno rivelato che l'area è stata abitata fin dal Neolitico, circa 5.000 anni fa, con ritrovamenti di ceramiche dal design simile a quelle rinvenute nella penisola iberica. Successivamente, nel III secolo a.C., i Cartaginesi stabilirono una presenza significativa nel territorio, come testimoniano i resti di un tempio dedicato al dio punico Baal e numerosi reperti di ceramiche e pietre con iscrizioni in lingua fenicia.


L'arrivo dei romani e la Mauretania Tingitana


Dopo la caduta di Cartagine nel 146 a.C., il Regno di Mauretania, dove si trovava Volubilis, divenne uno stato cliente di Roma. La vera svolta avvenne però nel 44 d.C., quando l'imperatore Claudio annesse completamente la Mauretania, dividendola in due province: la Mauretania Tingitana (corrispondente all'attuale Marocco) e la Mauretania Caesariensis. In questo contesto, Volubilis divenne la capitale della Mauretania Tingitana, acquisendo un ruolo fondamentale nell'amministrazione romana del Nord Africa.


Nonostante una rivolta guidata da Aedemon tra il 40 e il 44 d.C., gli abitanti di Volubilis rimasero fedeli a Roma. Come ricompensa, ricevettero la cittadinanza romana e un'esenzione fiscale decennale. Inoltre, il sistema di governo fu completamente rinnovato, sostituendo i suffeti di stile punico con i duumviri romani, magistrati eletti annualmente.


Il regno di Giuba II e l'epoca d'oro


Un capitolo fondamentale nella storia del sito archeologico Volubilis Marocco è rappresentato dal regno di Giuba II. Questo principe berbero, posto sul trono della Mauretania da Augusto nel 25 a.C., era profondamente romanizzato e sposato con Cleopatra Selene II, figlia di Marco Antonio e Cleopatra. Sotto la sua guida, Volubilis divenne una seconda capitale, arricchendosi di edifici pubblici che mostravano un'affascinante fusione di stili egizi, greci e romani.


Durante questo periodo, la città prosperò grazie all'esportazione di prodotti agricoli come grano, olio d'oliva e animali selvatici destinati agli spettacoli gladiatori. Al suo apice, nel II secolo d.C., Volubilis contava circa 20.000 abitanti, una popolazione considerevole per una città provinciale romana. Il geografo Pomponio Mela la descrisse come "una delle città più ricche, sebbene la più ricca tra le piccole" della Mauretania.

 

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I grandi monumenti della città romana

Nel cuore del sito archeologico Volubilis Marocco si ergono imponenti testimonianze dell'architettura romana, strutture che raccontano la grandezza di questa antica città della Mauretania Tingitana.


La Basilica e il Foro


La Basilica rappresenta l'edificio più maestoso di Volubilis, con una superficie di 1.000 metri quadrati. Questo imponente spazio pubblico, completato durante il regno di Macrino all'inizio del III secolo, svolgeva funzioni giudiziarie e amministrative. Con i suoi 42,2 metri di lunghezza e 22,3 metri di larghezza, originariamente su due piani, è considerata una delle più belle basiliche romane in Africa. Le sue alte ed eleganti colonne, parzialmente ricostruite, sono oggi spesso sormontate da nidi di cicogna, aggiungendo un elemento pittoresco alle rovine.


Accanto alla Basilica si estendeva il Foro, una piazza pavimentata dove i cittadini si riunivano e si tenevano elezioni. Quest'area era decorata con statue di imperatori e notabili locali, di cui oggi rimangono solo i basamenti.


Il Campidoglio e i templi


Il Campidoglio, situato dietro la Basilica, ospitava il tempio più importante della città, dedicato alla triade capitolina: Giove, Giunone e Minerva. Costruito in asse con il decumano massimo, questo edificio sacro era fondamentale per la vita spirituale dei cittadini romani. Il tempio, ricostruito nel 218, presentava 13 gradini che conducevano a una cella unica circondata da colonne corinzie. Davanti al tempio si trovava un altare per le offerte pubbliche, mentre assemblee civiche si svolgevano qui per invocare l'aiuto degli dei o ringraziarli per i successi nelle imprese cittadine.


L'Arco di Caracalla


L'Arco di Caracalla, eretto nel 217 d.C. dal governatore Marco Aurelio Sebasteno, rappresenta uno dei monumenti più iconici di Volubilis. Situato all'estremità del Decumano Massimo, questo arco trionfale alto circa 8 metri fu costruito per onorare l'imperatore Caracalla e sua madre Giulia Domna. Realizzato con calcare compatto proveniente dal vicino Monte Zerhoun, l'arco presenta un unico fornice incorniciato da due massicci pilastri, ciascuno decorato con colonne corinzie. Tra le colonne si trovano nicchie che fungevano da fontane.


Le Terme di Gallieno


Le Terme di Gallieno, ristrutturate dall'imperatore negli anni 260, rappresentano uno straordinario esempio dell'ingegneria idraulica romana. Questo complesso termale, il più grande e lussuoso della città, rivela sofisticati sistemi di riscaldamento sotterraneo. Le terme comprendevano:

  • Un calidarium (sala calda)
  • Un tepidarium (sala tiepida)
  • Un frigidarium (sala fredda) con piscina
  • Latrine comuni


Questi edifici monumentali testimoniano la ricchezza e l'importanza di Volubilis Marocco nell'antichità romana.

Le case patrizie e i mosaici di Volubilis

Tra le meraviglie che il sito archeologico Volubilis Marocco offre ai visitatori, i magnifici pavimenti musivi delle dimore patrizie rappresentano senza dubbio uno dei tesori più preziosi. Queste lussuose abitazioni private, testimonianza dell'opulenza della classe dirigente romana, conservano eccezionali opere d'arte che hanno resistito al passare dei secoli.


La Casa di Orfeo e il mosaico di Orfeo


La Casa di Orfeo, una delle più grandi residenze di Volubilis, prende il nome dal suo celebre mosaico circolare che raffigura il mitico musicista nell'atto di incantare gli animali con la sua lira. Questa dimora complessa non seguiva la tradizionale struttura con peristilio centrale, ma era caratterizzata da molteplici cortili e disponeva di acqua corrente per fontane e terme private. Il mosaico di Orfeo, che decorava il triclinio (sala da pranzo), rappresenta un esempio di arte "naïf" con una ricca varietà di animali africani, evidenziando il legame tra il mito greco e l'identità locale nordafricana.


La Casa delle Fatiche di Ercole


La Casa delle Fatiche di Ercole si distingue per le dimensioni imponenti, con circa quaranta stanze e raffinati elementi architettonici. Il mosaico principale illustra le dodici fatiche dell'eroe mitologico, particolarmente venerato nel nord del Marocco. Infatti, l'associazione di Ercole con questa regione non è una concezione moderna, ma era già diffusa nell'antichità. Tra le scene ancora visibili figurano Ercole che scaccia gli uccelli del lago Stinfalo e l'eroe che trasporta il toro di Creta, mentre il re Euristeo si nasconde in un grande vaso.


La Casa del Corteo di Venere


Nella Casa del Corteo di Venere troviamo alcuni dei mosaici più raffinati di Volubilis. Il padrone di casa, evidentemente colto e appassionato di mitologia greco-romana, commissionò opere di grande complessità. Particolarmente notevoli sono i mosaici del "Bagno di Diana", che mostra il cacciatore Atteone trasformato in cervo dopo aver sorpreso la dea durante il bagno, e il "Rapimento di Ila", che ritrae il giovane amico di Ercole rapito dalle ninfe di una fonte.


Tecniche e materiali dei mosaici romani


I mosaici di Volubilis rappresentano la perfezione dell'arte musiva romana. Realizzati con tesserae (piccoli cubi di pietra, ceramica o vetro), questi capolavori utilizzavano pietre locali per la maggior parte del lavoro, mentre materiali importati e vetri colorati erano riservati per dettagli speciali. I pannelli centrali venivano spesso prodotti in laboratori in Iberia e Gallia, per poi essere esportati in kit pronti per l'assemblaggio. Purtroppo, oggi questi preziosi mosaici sono esposti agli elementi atmosferici, con conseguenti problemi di conservazione: sbiadimento dei colori, crescita di licheni e crepe nella matrice.

 

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Declino, riscoperta e conservazione del sito archeologico Volubilis Marocco

La splendida storia di Volubilis non si conclude con l'epoca romana, ma continua attraverso secoli di trasformazioni che hanno plasmato il sito come lo conosciamo oggi.


L'abbandono romano e l'arrivo degli Idrissidi


Nel 285 d.C., l'imperatore Diocleziano riorganizzò l'impero e ritirò le guarnigioni romane da Volubilis per fronteggiare pressioni altrove. Tuttavia, la città continuò ad essere abitata anche dopo la fine del controllo romano. Durante il VII secolo, quando gli arabi arrivarono nel 708, il nome della città cambiò in Oualila o Walīlī ed era abitata dagli Awraba, una tribù berbera di origine libica.


La città acquisì nuova importanza quando divenne capitale di Idris I, fondatore della dinastia Idrisside. Infatti, fu proprio a Volubilis che Idris I venne assassinato nel 791 su ordini del califfo di Baghdad, Harun al-Rashid. Sebbene Fès diventasse presto il nuovo centro di potere, Volubilis mantenne un'importanza religiosa e culturale.


Il terremoto del 1755 e la razzia dei materiali


Il destino di Volubilis cambiò drasticamente nell'XVIII secolo quando un devastante terremoto colpì la regione nel 1755. Questo stesso sisma, che distrusse anche Lisbona, danneggiò significativamente il sito archeologico. Le rovine rimasero sostanzialmente intatte fino a questo evento catastrofico.


Dopo il terremoto, le pietre di Volubilis furono sistematicamente prelevate per costruire i palazzi di Meknes. Le colonne di marmo che fiancheggiano l'impressionante porta della città (Bab Mansour) a Meknes provengono proprio da Volubilis, contribuendo ulteriormente alla rovina del sito.


Gli scavi archeologici moderni


Fu solo alla fine del XIX secolo che il sito venne definitivamente identificato come l'antica città di Volubilis. I primi scavi furono condotti dall'archeologo francese Henri de la Martinière tra il 1887 e il 1892. Successivamente, nel 1915, Hubert Lyautey, governatore militare del Marocco francese, incaricò gli archeologi francesi Marcel e Jane Dieulafoy di continuare gli scavi.


Le campagne archeologiche proseguirono, con alcune interruzioni durante la Seconda Guerra Mondiale, fino al 1941. Dopo il conflitto, gli scavi ripresero sotto le autorità francesi e, in seguito all'indipendenza del Marocco nel 1955, sotto quelle marocchine.


Volubilis come Patrimonio UNESCO


Negli anni '80, il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti (ICOMOS) organizzò tre conferenze per valutare possibili candidature alla Lista del Patrimonio Mondiale per siti in Nord Africa. Volubilis venne unanimemente riconosciuta come un'eccellente candidata e nel 1997 l'UNESCO la iscrisse come "un esempio eccezionalmente ben conservato di una grande città coloniale romana ai margini dell'Impero".


Oggi, gli scavi continuano a rivelare nuovi dettagli sulla vita urbana, le reti commerciali e la vita quotidiana di questa straordinaria città.

Volubilis: Un viaggio attraverso il tempo

Percorrendo i sentieri di Volubilis, ci troviamo di fronte a un autentico tesoro archeologico che racconta millenni di storia nordafricana. Indubbiamente, questo sito rappresenta uno dei più straordinari esempi di conservazione romana fuori dall'Italia stessa. La sua evoluzione da insediamento neolitico a città punica, da capitale romana a centro idrisside, testimonia la ricchezza culturale che ha plasmato il Marocco.


Le maestose colonne della Basilica, l'imponente Arco di Caracalla e i sofisticati pavimenti musivi raccontano, infatti, storie di un passato glorioso che continua a vivere tra queste pietre. Nonostante i danni causati dal terremoto del 1755 e le successive spoliazioni, Volubilis ha resistito al passare dei secoli, preservando il suo fascino intramontabile.


Certamente, la dichiarazione di Patrimonio dell'Umanità UNESCO nel 1997 ha garantito una protezione fondamentale per questo gioiello archeologico. Grazie agli sforzi continui degli archeologi, prima francesi e poi marocchini, nuovi dettagli sulla vita quotidiana degli antichi abitanti emergono costantemente, arricchendo la nostra comprensione di questo straordinario luogo.


Visitare Volubilis significa, quindi, intraprendere un viaggio nel tempo attraverso diverse civiltà che si sono sovrapposte e influenzate reciprocamente. Tra mosaici colorati e strutture monumentali, possiamo ancora percepire l'eco di una civiltà che, sebbene lontana nel tempo, continua a parlarci attraverso la bellezza delle sue creazioni. Al termine della nostra esplorazione, portiamo con noi non solo fotografie, ma soprattutto la consapevolezza di aver camminato tra le pagine vive della storia mediterranea.

 

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FAQs

Q1. Qual è l'importanza storica di Volubilis? Volubilis è il sito archeologico romano più importante e meglio conservato del Marocco. Fondata dai Cartaginesi nel III secolo a.C., divenne parte dell'Impero Romano nel 42 d.C. e raggiunse il suo apice con oltre 20.000 abitanti. Il sito offre una straordinaria fusione di stili architettonici romani e locali, testimoniando gli scambi culturali tra le civiltà mediterranee, africane e arabo-islamiche.


Q2. Quanto tempo è consigliato per visitare Volubilis? Per una visita completa di Volubilis, si consiglia di dedicare da una a due ore. Questo tempo permette di esplorare i principali monumenti e ammirare i famosi mosaici. È possibile prenotare una guida ufficiale all'ingresso per arricchire l'esperienza di visita.


Q3. Quali sono i monumenti principali da vedere a Volubilis? I punti di maggiore interesse a Volubilis includono il Foro, la Basilica e il Tempio di Giove, situati nella parte alta della città. Altri monumenti notevoli sono l'Arco di Caracalla, le Terme di Gallieno e le case patrizie con i loro splendidi mosaici, come la Casa di Orfeo e la Casa delle Fatiche di Ercole.


Q4. Come è stato preservato il sito di Volubilis nel corso dei secoli? Nonostante l'abbandono romano nel 285 d.C., Volubilis continuò ad essere abitata fino al XVIII secolo. Il sito subì danni significativi a causa del terremoto del 1755 e delle successive spoliazioni. Gli scavi archeologici moderni iniziarono alla fine del XIX secolo e continuano ancora oggi. Nel 1997, Volubilis è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità UNESCO, garantendo la sua protezione e conservazione.


Q5. Quali sono le caratteristiche uniche dei mosaici di Volubilis? I mosaici di Volubilis sono considerati tra i più raffinati esempi dell'arte musiva romana. Realizzati con piccoli cubi di pietra, ceramica o vetro, utilizzano principalmente materiali locali con dettagli in materiali importati. I temi rappresentati spaziano dalla mitologia greco-romana alla vita quotidiana, offrendo uno sguardo unico sulla cultura dell'antica città romana. Purtroppo, l'esposizione agli elementi atmosferici sta causando problemi di conservazione a questi preziosi manufatti.