L'affascinante piazza Jemaa el-Fna affonda le sue radici nella fondazione stessa della città di Marrakech, avvenuta intorno al 1070-1072 durante la dinastia degli Almoravidi. Da allora, questo spazio è diventato il fulcro della vita sociale, economica e culturale della città rossa.
Etimologia del nome: tra moschea e assemblea
L'origine del nome Jemaa el-Fna è avvolta nel mistero e offre diverse interpretazioni affascinanti. In arabo, "Jamaa" significa "congregazione" o "moschea", mentre "Fnaʼ" può essere tradotto come "morte", "estinzione" o "spazio aperto". Questa combinazione ha generato varie interpretazioni: "L'assemblea dei morti", "La moschea alla fine del mondo", o semplicemente "L'area di congregazione".
Una spiegazione particolarmente interessante, sostenuta da alcuni storici, racconta che il potente sultano saadiano Ahmad al-Mansour (regnante dal 1578 al 1603) avesse iniziato a costruire una monumentale moschea del venerdì al centro della piazza. Tuttavia, a causa di un peggioramento delle fortune, probabilmente dovuto a epidemie di peste, il sultano fu costretto ad abbandonare il progetto. Secondo lo storico Abderrahman as-Sa'idi, il nome originale della moschea incompiuta era "jamaa al-hna" (Moschea della Tranquillità), ma dopo il suo abbandono divenne nota, per ironia popolare, come "jamaa al-fana'" (Moschea della rovina).
La piazza nel passato: esecuzioni pubbliche
Nei suoi primi secoli di esistenza, la piazza servì come luogo per esecuzioni pubbliche. Le cronache storiche riportano che le autorità di Marrakech sceglievano un macellaio per decapitare i condannati, mentre successivamente una persona di fede ebraica raccoglieva le teste, le salava e le appendeva alle mura della città. Un storico britannico ha documentato che in un solo giorno del 1867 furono decapitate quarantacinque persone.
Oltre alle esecuzioni, la piazza è stata testimone di vari eventi pubblici. Quando la regina Vittoria inviò in dono un elefante al sultano del Marocco, l'animale fu esposto proprio qui. La piazza fu anche teatro di parate militari, festival e altri eventi che la resero centrale nella vita cittadina.
Evoluzione nel tempo fino a oggi
Dopo il passaggio dagli Almoravidi agli Almohadi nel 1147, questi ultimi rinnovarono la piazza insieme a gran parte della città. Nel corso dei secoli, Jemaa el-Fna ha attraversato periodi di declino e rinascita, seguendo le fortune altalenanti di Marrakech.
Un evento drammatico segnò la storia della piazza il 24 gennaio 1864, quando un'enorme esplosione causata da 500 quintali di polvere da sparo immagazzinati in un funduq (magazzino commerciale) provocò circa 300 morti e danneggiò case e negozi in un ampio raggio.
Nonostante le costruzioni che nel tempo hanno eroso i suoi confini, la piazza non è mai scomparsa grazie al suo ruolo di mercato e luogo di eventi pubblici. Nel 1922, sotto l'amministrazione francese, furono emanate le prime leggi per proteggere e preservare lo spazio culturale della piazza. Quest'attenzione alla sua conservazione ha portato al riconoscimento da parte dell'UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale nel 2001 e alla sua inclusione nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità nel 2008.
Pianifica il tuo Viaggio in Marocco e scegli tra le nostre offerte!