Nel cuore di Marrakech, un'opera d'arte si fonde armoniosamente con la natura. Creato dalle mani di un pittore e l'anima di un botanico, il Jardin Majorelle rappresenta un esempio straordinario di come arte e natura possano dialogare, creando un luogo di pace e ispirazione senza tempo.
L'ispirazione artistica di Jacques Majorelle
La storia di questi magnifici giardini inizia nel 1917, quando il pittore francese Jacques Majorelle, figlio di un celebre designer di mobili Art Nouveau, giunse a Marrakech per ragioni di salute. Rapito dalla bellezza della città, nel 1923 acquistò un terreno adiacente a un palmeto, dove iniziò a immaginare il suo paradiso personale. Majorelle concepì questo spazio come "un giardino lussureggiante che fosse un luogo di pace e tranquillità, in cui poter dedicarsi alla pittura".
Nel 1931, affidò all'architetto Paul Sinoir la progettazione di un atelier modernista attorno al quale sarebbe nato un giardino impressionista, descritto come "una cattedrale di forme e colori". Lo studio del pittore divenne il cuore pulsante del giardino, il luogo dove l'arte e la creatività prendevano vita e si diffondevano come linfa in tutto lo spazio circostante.
L'influenza della botanica sul design
Oltre alla sua vocazione artistica, Jacques Majorelle nutriva una profonda passione per la botanica. Durante i successivi 40 anni, arricchì il suo giardino con piante provenienti dai cinque continenti, creando una straordinaria collezione che oggi comprende oltre 300 specie botaniche.
Infatti, dietro alla creazione del giardino c'era la volontà di unire il suo immenso amore per la botanica a quello per la cultura islamica. L'ispirazione ai giardini marocchini e all'arte islamica è evidente: il parco è recintato da mura e al centro si trova l'elemento dell'acqua, come richiedono le prescrizioni del Corano per il Giardino Islamico.
Il ruolo del colore nel paesaggio
Ciò che rende davvero unico questo giardino è il famoso "Blu Majorelle". Nel 1937, su consiglio dell'architetto Paul Sinoir, l'artista dipinse le pareti della villa e la cinta del giardino con questo blu oltremare intenso. Questo colore, al contempo intenso e chiaro, ha radici antiche: affonda la sua origine in un'antica tradizione mesopotamica e deriva dai lapislazzuli afgani, gli stessi usati per decorare la maschera funeraria di Tutankhamen.
Oltre al blu, nel giardino spiccano altri colori primari: il giallo di alcuni dettagli della villa e il rosso della pavimentazione. La scelta dei colori primari non fu casuale, ma legata alle doti artistiche del proprietario. Jacques Majorelle stesso dichiarò: "Questo giardino è un compito epocale, al quale mi dedico interamente. Mi ci vorranno gli ultimi anni e cadrò, esausto, sotto i suoi rami, dopo avergli dato tutto il mio amore".
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