La figura di Mohammed V rappresenta un pilastro fondamentale nella storia moderna del Marocco. Il suo straordinario percorso e il magnifico mausoleo costruito in suo onore raccontano una storia di coraggio, determinazione e amore per la propria nazione.
Il padre dell'indipendenza marocchina
Salito al trono nel 1927, Mohammed V si distinse subito per il suo coraggio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, rifiutò categoricamente di applicare le leggi antisemite del governo di Vichy, proteggendo così oltre 300.000 ebrei marocchini. In segno di sfida, nel 1941 invitò tutti i rabbini del regno alle celebrazioni dell'anniversario della sua salita al trono.
Il suo sostegno al movimento indipendentista Istiqlal gli costò caro: il 20 agosto 1953, le autorità francesi lo esiliarono prima in Corsica e poi in Madagascar. Tuttavia, questa separazione forzata lo consacrò come simbolo della resistenza nazionale. Durante la sua assenza, un fervore quasi sacrale si diffuse tra la popolazione, con racconti di miracoli e visioni del suo volto sulla luna.
Il suo trionfale ritorno avvenne il 16 novembre 1955, culminando con l'indipendenza del Marocco nel 1956, prima dalla Francia e successivamente dalla Spagna.
La decisione di costruire un monumento commemorativo
Dopo la morte improvvisa di Mohammed V nel 1961, suo figlio Hassan II decise di realizzare un monumento che onorasse la memoria del padre. Il luogo scelto per il mausoleo aveva un profondo significato simbolico: proprio lì, sul piazzale antistante la Torre di Hassan, il sultano aveva recitato la preghiera del venerdì dopo l'indipendenza e annunciato ufficialmente la libertà al popolo marocchino.
La costruzione del mausoleo richiese dieci anni, dal 1961 al 1971, e l'impegno di ben 400 artigiani. L'architetto vietnamita Eric Cong Vo Toan progettò un'opera che fondeva magnificamente tradizione e modernità.
Il simbolo dell'unità nazionale
Il mausoleo non è semplicemente una tomba reale, ma rappresenta un potente simbolo dell'unità e della continuità dello stato marocchino. Infatti, ospitando non solo Mohammed V, ma anche il suo successore Hassan II e il principe Abdallah, collega la leadership passata con il presente.
Nel tempo, è diventato un luogo di memoria e riflessione tanto per i marocchini quanto per i visitatori internazionali. Il motto nazionale "Allāh (Dio), al-Waṭan (la Patria), al-Malik (il Re)" trova in questo monumento la sua perfetta rappresentazione materiale, incarnando il patto indissolubile tra religione, nazione e monarchia che caratterizza l'identità marocchina.
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